Il mio programma


Un programma per Fare 

Il mio è un progetto organico, e lo dico con grande franchezza, non per intercettare qualche voto in più, ma perché davvero, credo, spero e voglio impegnarmi affinché il nostro amatissimo territorio si attrezzi per un futuro migliore per tutti. Bisogna che tutti si sentano impegnati in una migliore programmazione delle nostre città e dei nostri paesi e nell’uso delle risorse finanziare, che non vanno sciupate o gestite in modo inefficace.

Paolo  


 

Arginare le disuguaglianze, offrire più opportunità a tutti

Creare maggiore ricchezza dallo sviluppo. Introdurre progetti e riforme in favore delle attività produttive, dell’agricoltura, del turismo e del commercio. Incentivare le imprese che danno lavoro e favoriscono le eccellenze del territorio. Attivare risorse per promuovere un’economia sostenibile, con l’ambizione di realizzare una fruttuosa transizione ecologica e digitale. Dedicare risorse alla prevenzione e all’assistenza sanitaria degli anziani. Affrontare tematiche nuove con un insieme di riforme utili ai cittadini e alle imprese.


L’ambizione di coinvolgere 

Questo programma è un progetto ambizioso e concreto che nasce da una conoscenza reale e vissuta del territorio. Va realizzata una svolta strategica per creare nuove condizioni di benessere economico e di vita sociale. In particolare, sostenere le imprese, aiutare i giovani che cercano un presente e futuro migliore e tutelare i diritti delle persone fragili, ad iniziare da un piano di assistenza sanitaria per la terza età.


Imprenditori coraggiosi 

È necessario rafforzare il grande potenziale delle piccole e micro attività produttive. Sostenere quei coraggiosi imprenditori che restano i protagonisti dello sviluppo e del lavoro. È necessario promuovere le giovani start-up innovative che ci consentano di aprire una finestra sul mondo del domani. È necessario dare il via libera agli incentivi in favore del mondo degli artigiani e dei professionisti, attraverso misure finanziarie e di semplificazione, con lo studio e l’approvazione di leggi ad hoc. Bisogna lavorare ad uno scenario capace di attuare strumenti legislativi idonei a superare quelle inefficienze e ristrettezze infrastrutturali che determinano situazioni di sfavore, o addirittura condannano parti significative del nostro territorio a non liberare forze produttive nuove.


Nuove leggi per il territorio 

È necessario rimuovere gli ostacoli di norme vecchie e inattuali. Va realizzata quella “connettività” non solo tecnologica, ma soprattutto umana. Bisogna coinvolgere i giovani, le loro straordinarie competenze e i loro entusiasmi. Va garantito ai ragazzi il loro diritto ad una istruzione migliore e gli va data la possibilità di realizzare le loro ambizioni lavorative, dando loro la possibilità di scegliere se rimanere nelle proprie città e paesi. Così come il definire in concreto proposte flessibili per le attività produttive e i lavoratori autonomi.


Scelte che vanno condivise 

Solo dispiegando impegno e fiducia, si può lottare contro la marginalizzazione dei territori. Su tutti i fronti l’impegno deve essere assiduo, efficace e capace di attuare una significativa svolta nella realizzazione di prospettive migliori. Serve un progetto inclusivo, libero e innovativo. Bisogna fare squadra sui temi produttivi e sociali.


I settori da rivitalizzare: l’agroalimentare e il turismo 

L’agricoltura riveste un ruolo strategico. Bisogna ragionare in modo diverso nell’affrontare la realtà. Le variazioni climatiche – che oggi sono una componente problematica per il forte impatto che hanno anche sul mondo economico – in agricoltura stanno avendo un impatto che deve indurci a cambiare il modo di pensare il nostro territorio. Non bisogna chiudere gli occhi di fronte al rischio di una crisi che potrebbe coinvolgere il settore agroalimentare e quello turistico. Ad esempio, è un fatto estremamente preoccupante che gli operatori turistici delle stazioni sciistiche registrino ogni anno stagioni invernali con sempre meno neve.


Vantaggi e nuove opportunità  

Se da un lato bisogna fronteggiarne i rischi, dall’altro bisogna essere pronti anche a sfruttare i cambiamenti derivanti dalla crisi climatica che possono diventare fonte di opportunità inedite e tutte da approfondire. L’agricoltura, ad esempio, può puntare su produzioni diversificate e nuove. Da tempo, si studia come il microclima per la vitivinicoltura sia un fattore decisivo. E, infatti, negli ultimi anni le aree pedemontane hanno assunto particolare rilievo nel settore vitivinicolo di pregio, facendo concorrenza alle aree costiere che in passato detenevano lo scettro in tale settore.


Fare meglio e di più 

Ci sono realtà che possono giocare un ruolo positivo finora inimmaginabile. L’agricoltura è ricchezza, ma anche lavoro. Abbiamo un patrimonio che va sostenuto in ogni modo. Servono misure per l’innovazione, a sostegno delle aziende. Per tutto l’agroalimentare - proprio per gli effetti del cambiamento climatico - è urgente attuare sostegni finanziari a quella crescente domanda di innovazione a tutela della qualità e del reddito degli agricoltori. Non devono essere, infatti, le imprese turistiche e agricole a pagare inefficienze e ritardi. È urgente una mobilitazione che coinvolga i due settori che per il territorio rappresentano la principale risorsa strategia del nostro Prodotto interno lordo.


Problemi da affrontare, no rinvii 

Bisogna sostenere anche le imprese turistiche che hanno di fronte problemi seri. Le difficoltà rischiano di diventare strutturali. Serve un cambio di progettualità, aiutare gli imprenditori a ritrovare fiducia e investire in ciò che può essere realizzato. Il turismo montano - che, va ricordato, beneficia di natura, storia millenaria, culture e tradizioni uniche - va unito all’agricoltura e, quindi, alle produzioni di pregio. L’Abruzzo è pieno di eccellenze ed abbiamo un terreno fertilissimo per crescere senza essere secondi a nessuna altra realtà. Ci sono esperienze che, se messe in sinergia e sostenute economicamente, possono raggiungere livelli record. Unire agricoltura, punti vendita, turismo e vacanze, è un percorso da intraprendere subito.


Piano per Agricoltura-Turismo 

Serve l’istituzione di un coordinamento strategico per la valorizzazione di tutto ciò che il territorio offre. Un unicum di possibilità che possono attrarre non un solo turismo, ma “turismi” di qualità. Unire agricoltura e vacanze. Settori che devono poter beneficiare di una attenzione straordinaria della Regione. Le imprese mettono il loro impegno di conoscenza e di lavoro, mentre la partecipazione pubblica deve essere capace di attuare puntuali strategie di sviluppo. Abbiamo l’occasione, attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), di promuovere quella transizione ecologica e digitale che sono la chiave di volta di un successo che io vedo utilissimo per i nostri territori.


Essere protagonisti 

Bisogna essere presenti nelle grandi piattaforme online di enogastronomia, di qualità della vita, dei percorsi religiosi, del turismo naturalistico e storico, del vivere all’aperto e dell’ecologia. Nell’arte, nell’architettura, nell’archeologia, nella tutela e diffusione delle tradizioni rurali che comprende la musica, - una storiografia della musica con tutte le sue declinazioni a cui da ridare voce e una forte visibilità espressiva - così come per il teatro, la ricerca e diffusione storica delle nostre tradizioni che affondano le radici nella notte dei tempi. Si possono sperimentare nuove sinergie territoriali. Bisogna unire le competenze e i progetti. Serve un Patto strategico di Comuni, imprese, Enti, Associazioni di categoria e datoriali, del vasto mondo dei lavoratori autonomi, attuando un coordinamento che punti a realizzare una nuova economia e possibilità di sviluppo. Servirà una Cabina di regia con azioni condivise con la Regione. Bisogna puntare sulla valorizzazione delle competenze, valorizzando idee, proposte e azioni pratiche.


Entrare nel solco Europeo 

Bisogna essere attenti ad intercettare le risorse economiche derivanti dalle normative europee. C’è un mondo legislativo di aiuti, bandi, fondi che vanno studiati in favore del nostro territorio che ha molteplici vocazioni e possibilità. Non possiamo tralasciare questa occasione.


Chiedere ai giovani, al loro entusiasmo 

Da nuovi servizi digitali possiamo avere una un’efficace promozione di tutto ciò che abbiamo da offrire. Su questa nuova visibilità conto nell’inventiva e nella sensibilità dei tanti giovani che ho conosciuto e che mi dicono che non attendono altro di mettere in atto le loro più brillanti e concrete idee.

  

Balzo in avanti, svolta da fare 

Bisogna dare vita e forza ad un cambio di passo in quegli ambiti in cui siamo rimasti indietro. A partire, ad esempio, dall’assistenza sanitaria che deve essere assicurata a tutti e nel migliore dei modi. In particolare, ai soggetti più fragili. In campo sanitario, bisogna puntare molto sulla prevenzione e sull’assistenza agli anziani. Serve un costante monitoraggio delle necessità, dei problemi, delle situazioni inedite e vanno affrontate. Una su tutte la medicina territoriale capillare. Così come, è necessario ridurre al minimo l’impatto della burocrazia sulla vita quotidiana degli anziani.

 

No emarginazione, sì inclusione 

Bisogna realizzare una raccolta e condivisione di dati su tre temi sensibili: la povertà (che significa emarginazione, disoccupazione e perdita di fiducia); la situazione difficile della terza età; i livelli di formazione e occupazione dei giovani. Tre settori sui quali la Regione può e deve fare di più anche attraverso i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

 

Imprese, sinergie, territori 

Nel campo delle piccole imprese bisogna incentivare forme di sinergia territoriale, di aggregazione e integrazione. Un percorso utile non solo a fare squadra, ma anche a mettere in campo una massa critica capace di attrarre investimenti, garantire l’interesse pubblico verso progetti e quel diffuso capitale umano che possiede competenze che vanno affinate verso progetti innovativi.

 

Formazione e nuova fiducia 

Va creata una piattaforma di riconversione delle aziende in crisi e nuova formazione per i lavoratori. C’è una forte e tangibile necessità di favorire l’occupazione giovanile e femminile.

 

Infrastrutture per correre 

Un piano di progetti e opere che siano realmente necessarie al territorio per creare basi solide a quell’ecosistema di innovazioni, che passa attraverso la scuola, l’università, i centri di ricerca, i giovani talenti, i professionisti, fino agli investitori e imprenditoriali attenti al cambiamento.

 

No burocrazia, sì ai fondi 

La parola d’ordine deve essere semplificazione. Cercare incentivi strutturali e crediti di imposta per le imprese che riconvertono e investono in eco-innovazione e nuove tecnologie. È necessario ridefinire una strategia di politica industriale di medio-lungo periodo per le filiere che oggi segnano il passo. È necessario dare un forte supporto all’imprenditoria giovanile. Attuare un piano di incentivi alla creazione di start up tecnologiche o a valenza sociale, anche attraverso strumenti di finanza innovativa. In questo quadro di azioni produttive vanno prodotte misure efficaci sul fronte della formazione capaci di creare nuove e utili professionalità.